Affreschi e iscrizoni
Affreschi
Piccole perle pittoriche, creazioni artigianali ed espressioni artistiche nate nel quotidiano rappresentano uno sguardo incantato e profondo sulla dura vita delle comunità rurali e montane.
La case addossate le une alle altre, nella loro semplicità, venivano adornate in modo essenziale ma intenso dalla creatività dei residenti e dei frescanti di passaggio.
Le opere visibili sono circa una ventina, datate tra il XVI e il XX secolo. Non furono il prodotto di una scuola di frescanti vera e propria, ma piuttosto di autori isolati, che potevano essere pittori itineranti provenienti soprattutto dal Veneto- dall’Agordino e dal Feltrino- che si spostavano di valle in valle.
Per un maggior approfondimento sui singoli affreschi si consiglia di consultare il libricino
” PICTOR PINSIT” disponibile presso l’Ufficio Informazioni di Mezzano.
Storie di Mezzano
Sapori del Primiero – I formaggi del Primiero e il Mezzano Trentino di alta montagna
I dipinti murali sulle facciate delle case sono un’espressione figurativa molto diffusa a Mezzano. Puoi incontrare gran parte di queste opere lungo le strade principali del borgo, percorse in passato dalle processioni religiose comunitarie. Per questa ragione sono quindi a tema religioso.
Assieme ad altarini, nicchie con statue, piccole ancone e crocefissi, gli affreschi erano testimonianza di una profonda fede religiosa, una spiritualità privata e spontanea, non imposta dall’autorità ecclesiastica.
Le opere giunte fino ai giorni nostri sono circa una ventina ed abbracciano un arco temporale compreso tra XVI° e XX° secolo; in passato dovevano essere molte di più ma, mancata manutenzione o ristrutturazioni inappropriate, ne hanno ridotto il numero.
I soggetti più ricorrenti di questi dipinti sono la Crocifissione e la Sacra Conversazione con Madonna e Bambino; non mancano alcuni esempi di raffigurazioni profane, come il ‘Soldato Romano’ che troneggia in piazza della Fontana, il quale potrebbe però essere, secondo quanto suggerito da fonti orali, l’esemplificazione di S.Giorgio, santo patrono di Mezzano, richiamato in numerose altre opere.
La qualità di queste raffigurazioni era legata sia all’abilità del frescante, che alle esigenze e alle possibilità economiche del committente; esse, infatti, nascevano non solo come espressione di fede, o protezione della casa e dei suoi abitanti da eventi maligni, ma anche come affermazione di prestigio sociale.
Non furono il prodotto di una scuola di frescanti vera e propria, ma piuttosto di autori isolati, che potevano essere pittori itineranti provenienti soprattutto dal Veneto – dall’agordino e dal feltrino – che si spostavano di valle in valle, oppure semplici muratori o imbianchini locali.
Il committente non suggeriva solo il tema da rappresentare, ma molto spesso imponeva anche la modalità di rappresentazione, desunta da libri di preghiera in suo possesso o da piccole immagini devozionali: i “santini”.
Le rappresentazioni sono spesso scarne e disadorne, con figure fisse e stilizzate improntate su di uno schema ripetitivo in quanto veniva data molta più importanza al valore simbolico dei personaggi rappresentati piuttosto che alla scelta di soluzioni stilistiche originali e raffinate.
L’arte rurale di Mezzano: uno scrigno di creatività e potenzaazione
La chiesa di San Giovanni ai Prati Liendri fu costruita ai primi del ‘500 per volontà della famiglia Scopoli per accogliere carbonai e contadini lontani da casa e due secoli dopo donata alla comunità di Mezzano. La chiesa è da allora meta della processione nel giorno del patrono il 24 giugno. Dopo la celebrazione solenne, è sempre stato offerto ai partecipanti un semplice pranzo, la cui spesa fu prima a carico dei fondatori e poi del Comune.
La chiesa offre un’aula accogliente ed è arredata con un altare ligneo. Nell’abside è dipinta una sequenza di santi, che attorniano un Cristo dolente sorretto dalla Madonna e San Giovanni Evangelista. Nel catino dell’abside troneggiava – ora la pittura è ampiamente rovinata – un Cristo redentore accolto in una mandorla luminosa, accompagnato dagli evangelisti sotto forma di animali, secondo un’iconografia cara ai frescanti locali (approfondisci in Arte Rurale). Questi artisti proposero sempre lo stesso motivo anche a San Silvestro ad Imèr, San Giacomo a Tonadico e nella chiesetta di San Martino a Fiera di Primiero. Sui dipinti sono stati incisi nomi, date e frasi votive dai fedeli che giunsero qui nei secoli.
Iscrizioni
A impreziosire le case a Mezzano non sono solo dipinti murali, ma anche antiche iscrizioni, segno umano, garante di memoria ai posteri o anche invocazione popolare. Databili dal 1700 a oggi, le si rintraccia sulle facciate, sui travi di colmo, sopra le porte, negli architravi… in un prezioso repertorio che ancora una volta manifesta una cultura popolare spontanea che non intende permettere che il passato venga cancellato.
Sono tracce indelebili: date di esecuzione, numeri civici, invocazioni devote, preghiere, nomi di committenti e talvolta di esecutori, insegne, segni toponomastici, didascalie di affreschi che creano un “ambiente scritto” che qui poté farsi forte di una precoce alfabetizzazione tipica delle Alpi, là dove i popoli avevano l’esigenza di intrattenere rapporti economici con i territori esterni. I caratteri si rifanno per lo più alla scrittura araldica. Di valore contemporaneamente comunicativo e commemorativo, ma anche magico-religioso, in passato condividevano probabilmente un codice. La prassi di “scrivere le case” a Mezzano è oggi ancora in auge.