arte e monumenti
La Chiesa
La chiesa è dedicata a San Giorgio con il suo campanile a forma di cipolla. San Giorgio, insieme alla Madonna del Carmelo, è il santo protettore di Mezzano. La chiesa semplice e lineare, ma grande nelle dimensioni, racconta di un paese piuttosto popolato da sempre. E’ l’unica chiesa in valle costruita sul piano e quindi più esposta alle piene del torrente Cismon o alle frane del monte, come puntualmente avvenuto l’ultima volta, nel 1966.
Si presuppone che la chiesa risalga al 1300. Fu più volte riedificata nel corso dei secoli e deve l’aspetto attuale all’ultima ristrutturazione del 1672. Costruita a tre navate, vede un altare barocco con la statua di San Giorgio scolpita in legno, cinque dipinti del pittore trentino Vittorio Melchiori, con scene del vecchio e nuovo Testamento, santi a mezzo busto sull’abside e sulla navata centrale. Le pale degli altari settecenteschi lungo le navate laterali sono di scuola veneta e trentina.
Una curiosità: nel 1800 il campanile era dipinto di rosso amaranto su due facciate e nella parte più alta, di azzurro sulle cornici delle finestre aperte sul castello campanario. Probabilmente anche per questo motivo Mezzano è conosciuto come “il paese dai colori sgargianti”.
Storie di Mezzano
Sapori del Primiero – I formaggi del Primiero e il Mezzano Trentino di alta montagna
L'Arco dei Miceli
L’arco dei Miceli, simbolo di Mezzano e unico portale ad arco rimasto originale in tutta la vallata del Primiero. L’arco viene chiamato così perché la proprietà è strutturata come corte chiusa, al suo interno era di proprietà della famiglia Miceli, una delle più ricche del paese. Lo si fa risalire ad un’epoca medievale, datazione intorno al 1400 e con molta probabilità si trattava del portale di ingresso verso il Palazzo della Regola, detto anche Marzolìa.
Il ponte dei Sogni
Questo ponticello, all’entrata del percorso che vi porta a scoprire il centro storico di Mezzano è stato ribatezzato “Ponte dei Sogni” nell’ottica del progetto di Mezzano Romantica. Negli anni ’50, esso ha facilitato gli incontri tra due giovani, una ragazza che viveva nella casa a sinistra e un ragazzo che viveva in quella a destra. Stessa cosa ha fatto anche per i relativi cugini dei due, dando così origine a ben due matrimoni . Il ponte non ha collegato solo le due case ma anche le vite di questi ragazzi, intrecciandole come un filo. Parlando di intrecci, troverete sotto il ponte una bacheca a fili incrociati che da qualche tempo ospita i pensieri d’amore dei passanti, proprio in questo luogo di buon augurio romantico. Passa a lasciare il tuo messaggio!
Cappella
In uno spazio nascosto, poco visibile dalle strade principali del paese, al piano terra della casa dei Cosnèri, un affresco di inizio ‘800, potente e ricco di simboli antichi orna le lunette delle volte a botte.
A sinistra è raffigurata la Crocifissione sul Golgota. Ai piedi della croce vediamo il simbolo della morte, il teschio con due ossa incrociate. A sinistra troviamo il sole, emblema di Cristo, a destra la luna, emblema di Maria, madre universale, dispensatrice di Grazia e legata all’aspetto lunare, alla dimensione della morte. Nella lunetta a destra è raffigurata la Madonna con il Bambino che tiene in mano il rosario.
L’acciottolato di fronte al portone all’ingresso raffigura un cuore con sopra la croce. Forse questa cappella è stata sede di una confraternita del Sacro Cuore di Gesù.
Queste due opere sembra risalgano al XVII o XVIII secolo e riproducono soggetti religiosi che ritroviamo spesso tra gli affreschi di Mezzano. Sembrano frutto di una stessa mano e si sono conservate in discrete condizioni. Il Cristo in croce è reso in maniera sofferta, con i muscoli del busto contratti e sovradimensionati ed appare sanguinante, secondo il realismo esasperato tipico degli autori tirolesi. Il sole e la luna si riconoscono ad altezze diverse sotto le braccia della croce, cirocndati da stelle stilizzate.
La Madonna, con un aureola quadrilobata offre uno sguardo sereno ed è sormontata da due cherubini; regge il bambinello che tiene un rosario e risulta singolare la definizione dello sfondo, steso come un velo puntiforme di rapide pennellate rosse.
I presepi e la rappresentazione del Natale nella tradizione di Mezzano
Romantico è colui che sa perdersi nella memoria, che si appassiona e sogna alla vista di un paesaggio capace di ispirare sentimenti ed emozioni.
L’arte povera e popolare del presepe racchiude in sé il senso del Natale di una volta, di una tradizione di famiglia che a Mezzano è tramandata di generazione in generazione. Il presepe rimanda al paesaggio, all’idea di ricreare un piccolo mondo in cui la natività occupa un posto centrale.
Oggi nel Tabia de la Gema è ospitata una mostra permanente di 14 presepi creati da Mario Corona interamente a mano.
La cura dei particolari e l’attenzione nella rappresentazione li rende unici e affascinanti. Non si tratta solo di un lavoro sui dettagli degli edifici e delle raffigurazioni, ma è anche uno studio approfondito su composizione e illuminazione. Risponde a questa esigenza anche la molteplicità dei materiali utilizzati (pietra, ceramica, legno, gesso e cartapesta).
Sono diverse le tecniche compositive utilizzate, si ritrovano infatti diorami (rappresentazioni in scala) aperti, dove è possibile ammirare l’opera da molteplici punti di vista, sia diorami chiusi, in cui il punto di vista è quello deciso dall’autore. Nelle opere le proporzioni sono rispettate, eccezion fatta per la natività, che ha lo scopo di enfatizzare la nascita di Cristo. In tal senso le figure centrali non mirano al realismo e alla proporzione, ma all’espressività del tema centrale.
3 diverse categorie di presepi sono facilmente riconoscibili:
- Presepi storici (biblici) che si ispirano alla storia e alla geografia della Palestina, con caratteristiche morfologiche e antropologiche molto fedeli (l’altipiano della Giudea, le mura di cinta di Gerusalemme, il tempio, il palazzo reale, il tribunale, il palazzo dei sommi sacerdoti, la fortezza Antonia.
- Presepi popolari locali che si ispirano a luoghi, tradizioni e morfologia del Primiero e del Trenitno, con paesaggi innevati, la ricostruzione di un angolo del borgo di Mezzano degli anni ’50, con i suoi masi e le Pale di San Martino sullo sfondo
- Presepi popolari non locali con ispirazioni provenienti da ogni dove, dall’arco alpino, dall’Italia centrale e dalla Sicilia del ‘700, dal nord della Russia e l’occidente cristiano medievale. In questa categoria rientra una delle ultime creazioni dell’autore: un presepe popolare in cui ritroviamo figure e paesaggi estremamente eterogenei, come simbolo di unione e fratellanza fra i popoli del mondo
“Fin da piccolo ho sempre nutrito una grande passione per il presepe. L’ho ereditata dalla mamma. Aveva un estro creativo ed una fantasia del tutto particolare. Ci teneva a coinvolgere i figli quando si avvicinava il Natale. I paesaggi erano ogni anno diversi e le statuine sempre le stesse, ma per me erano bellissime. Ricordo la mamma posarle con cura sopra il muschio appena raccolto, con quelle sue mani rugose e delicate”. (Mario Corona)
In nome de Jesu
In questa vecchissima stalla, messa a disposizione da Tullio Dalla Sega, Mario Corona ha rappresentato, con il tratto e il tatto che lo contraddistinguono, la vita e la passione di Cristo.
In nome de Ièsu è la frase pronunciata dai boschieri (boscaioli) di Mezzano tutti i giorni prima di iniziare il duro lavoro nei boschi della Francia. Nel nome di Gesù, parole ben scolpite nella testa ancora prima di affilare le asce o ‘piantar el zapìn te la zoca’ (impiantare lo zappino nel ceppo), con il pensiero rivolto a casa, alla famiglia, alla fidanzata.
“Seppure in terra lontana, non avevano dimenticato quel valore primario trasmesso dalle passate generazioni: mettere nelle mani di Dio se stessi e il loro lavoro. Con questa mostra che narra la vita, la passione e la resurrezione di Gesù voglio evidenziare i valori che distinguevano la società dei nostri padri:la comunità, la semplicità d’animo ma soprattutto la fede, con la quale si affrontavano anche le prove più dure e difficili proprio ‘in nome de Ièsu’” (Mario Corona)
Dipinto grande
MEZZANO di ORLER DAVIDE, Smalto sintetico su tela di amache – 1955-1958
“È il quadro più grande che ho fatto nel posto più piccolo del mondo, la sentina di una nave”
Nostalgia, ricordi, struggente amore per la sua terra e le sue montagne. Davide Orler dipingeva la sua Mezzano nei lunghi mesi trascorsi sulle navi. Servendosi delle vecchie amache ormai sostituite da moderni letti a scomparsa, di colori a smalto e di un grosso ago utilizzato per la riparazione delle reti donatogli da un pescatore di Trapani, Davide ha iniziato immortalando il profilo delle Pale di San Martino e nei tre anni successivi, un pezzo di paesaggio alla volta, ha trasmesso i ricordi di una vita semplice eppure complessa.
I dintorni forti e selvaggi delle montagne, le architetture in legno della vecchia Mezzano, le stalle, le sagre, le innovazioni e le persone che aveva conosciuto da ragazzo sono tutti qui. “In fondo al quadro c’è raffigurato il primo camion detto cobra pilotato dal Gioanin Andreon con la parte anteriore a forma di teschio, quasi a figurare la fine di questa vita del paese ancora incontaminata dalla civiltà dei consumi e dalle macchine; una vita che è ormai passata e che scomparirà per sempre insieme a noi più anziani” (Davide Orler).
Il dipinto che è qui esposto è una copia più piccola dell’originale.
Bosco e boschieri
L’ installazione lignea, posta sopra la struttura del canal, ossia il lavatoio vuole essere un omaggio ai boschieri, rappresentati in uno dei momenti più intensi della loro giornata, quando dopo cena stanchi ma sereni intonavano Il loro Rosario, che si chiudeva in modo maestoso e struggente con il “Salve Regina”.
Ideazione di Ivano Orsingher e Jimi Trotter; progetto e design di Jimi Trotter.
Cataste e Canzei
Tra le più affascinanti creazioni artistiche tipiche del paese di Mezzano ci sono le cataste artistiche di legna.
La mostra permanente Cataste&Canzei per le strade di Mezzano ha trasformato quella che era la creatività popolare dell’accatastare la legna per la stufa in opere di grande fascino e significato.