Qui ce n’hai di che vedere! A sinistra: “La cornucopia”, catasta fortunata. Magari se la tocchi… Non ne esce frutta o verdura; ma legna, la ricchezza che rappresenta, la versatilità naturale del suo utilizzo al servizio dell’uomo. Sulla destra su di un muro di una casa ristrutturata la vecchia indicazione stradale, direzione Fonzaso Feltre; perché questa era la strada principale, la più larga anche se passavano solo carri, animali e umani. Di fronte, il centro civico, recente costruzione pluripremiata e progettata dagli architetti Schweizer e Piazzetta, sorto sul sedime del precedente municipio, sintesi moderna dei particolari architettonici antichi. Il centro civico ospita ambulatori medici, biblioteca e un auditorium da 150 posti dall’acustica invidiabile. L’entrata è sul retro e l’occhio ti invita a trovarla perché proprio lì scopri una catasta particolare, in vetro: “Identità”; “Per poter andare oltre”, ne è il sottotitolo. L’appartenenza alla propria terra – il campanile – non preclude il fatto di accettare e condividere le problematiche del proprio tempo. Un altro occhio ti invita in una vecchia stalla, In Nome de Jesu. Un pannello esplicativo – ma non dirlo a nessuno – te ne spiegherà la sacralità.
No, non puoi non averla notata, la grande casa con quelle strane aperture in alto, molto differente da tutti gli altri edifici. Infatti, la casa De Zorzi, abitazione e locanda nel ‘700 del signorotto del paese, si distingue per eleganza e preziosità. Peccato non poterlo visitare anche dentro.
Francesco De Zorzi sposò Giuseppina Negrelli, sorella del famoso ingegnere Luigi Negrelli. E’ nota per le sue eroiche imprese durante le lotte anti-napoleoniche, icona femminile di quel periodo insieme a Catharina Lanz ed onorificata da Vienna con la medaglia d’oro al valor civile. A fine 800 la casa passò in proprietà alla famiglia Cunico, mercanti di legname. A loro si devono i particolari di matrice veneta sulla facciata della casa. Dopo il fallimento di quest’ultimi la casa toccò alla famiglia Nicoletto, che tuttora la detengono. Dei Nicoletto ti ricordo Gemma, la prima donna sindaco nel Trentino e una fra le prime in Italia. Donna contadina, dal carattere ferreo, tenace ed intelligente con coraggio trovò nuove strategie per il paese ed è tuttora ricordata con affetto. Perciò, questa casa ed il fienile accanto vengono chiamati casa e Tabià de la Gèma.
Il Tabià vede la tipologia costruttiva tradizionale in pietra e legna, con dettagli non comuni però come le finestre a sesto acuto che impreziosiscono. Oggi è teatro di teatro e di serate musicali e letterarie.
La freccia ti invita a girarci intorno, scendendo.